Un pomeriggio, quattro culture diverse

Roshan-Ali Akhondzadeh è in cucina a controllare che tutto sia pronto per l’incontro del pomeriggio. Se oggi si occupa di organizzare questi eventi come volontario, nove anni fa, appena arrivato dall’Afghanistan, anche lui faceva parte dei partecipanti. «Mi è piaciuto così tanto venire qui che due anni fa ho deciso di diventare un volontario della Croce Rossa Gioventù e condividere un po’ della mia esperienza».

Oggi pomeriggio le partecipanti sono tre giovani donne: Marina Plesca, arrivata sette mesi fa dalla Moldavia, Fatemeh Hosseini, arrivata due anni fa dall’Afghanistan e Mariam Aaouine che, giunta soltanto un mese fa dal Marocco, prova già a dire qualche parola in tedesco. Tutti si danno del tu e parlano solo in tedesco.

Roshan le incoraggia a entrare a far parte di un’associazione: «Non bisogna avere paura. Le persone sono contente di aiutare». Quando fanno fatica a comunicare, il suo suggerimento agli altri giovani volontari è di tirare fuori il sorriso e improvvisare. Il consiglio che dà agli svizzeri è invece di aiutare i nuovi arrivati a imparare la lingua del posto.

«Quando mi presento molti pensano che io sia straniero. Mio padre proviene dall’Egitto, ma io sono svizzero», spiega Yassien El-Hossamy con il sorriso. La sua decisione di diventare volontario, però, non ha niente a che fare con le origini della sua famiglia. «Noi abbiamo una casa, un lavoro. Quando vedo in che condizioni vivono alcune famiglie rimango senza parole. Non lo auguro a nessuno. Al contrario, desidero condividere un po’ del nostro benessere», racconta.

«Noi volontari riceviamo una ricompensa grandissima», aggiunge Muriel Elmiger, 15 anni, responsabile di questo incontro pomeridiano. «Scopriamo nuove culture in un modo molto più interessante che attraverso i libri di scuola».

«Chi ha ancora voglia di fare una partita?», chiede Muriel. Tra un bicchiere di succo, una tazza di tè e una fetta di deliziosa torta alle carote l’incontro è finito, ma Muriel ha ancora un po’ di tempo e tira fuori le carte per giocare a Uno. L’unica a non conoscere le regole è Marian, ma gli altri gliele spiegano in tedesco e con i gesti. Ancora un paio di consigli prima che cali il silenzio che circonda tutti i giocatori di carte del mondo, troppo concentrati per parlare. Mariam lancia uno sguardo agli altri, poi alla sua ultima carta che lancia trionfante sul mucchio: è lei la vincitrice della partita!